Didone, o Elissa, è una figura mitologica, regina fenicia fondatrice di Cartagine e precedentemente regina di Tiro. Secondo la narrazione virgiliana, si innamorò di Enea e disperata per il suo allontanamento si uccise.
Primogenita di Belo, re di Tiro, era sposa di Sicharbas (Sicherba o Sicarba, che diverrà Sicheo, Sychaeus, in Virgilio). La sua successione al trono fu contrastata dal fratello, Pigmalione, che ne uccise segretamente il marito e prese il potere.
Probabilmente con lo scopo di evitare la guerra civile, Didone lasciò Tiro con un largo seguito e cominciò una lunga peregrinazione, le cui tappe principali furono Cipro e Malta.
Giunone aveva promesso loro una nuova terra in cui fondare una propria città e gliel\’aveva indicata come la terra in cui scavando sulla spiaggia avrebbero trovato un teschio di cavallo. Approdata infine sulle coste libiche, Didone ottenne dal re Iarba il permesso di stabilirvisi, prendendo tanto terreno \”quanto ne poteva contenere una pelle di bue\”; infatti l\’antico soprannome di Cartagine era \”Birsa\”, che in greco significa \”pelle di bue\” e in fenicio \”rocca\”. Didone scelse una penisola, tagliò astutamente la pelle di toro in tante striscioline e le mise in fila, in modo da delimitare quello che sarebbe stato il futuro territorio della città di Cartagine e riuscì ad occupare un territorio di circa ventidue stadi (uno stadio equivale a circa 185,27 m2). Durante la propria vedovanza Didone venne insistentemente richiesta in moglie dal re Iarba e dai principi dei Numidi, popolazione locale; secondo le narrazioni più antiche (ne parla ad esempio Giustino, III secolo d.C.), dopo aver finto di accettare le nozze, Didone si uccise con una spada invocando il nome di Sicherba.

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